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Tutto parte dalla storia di una bambina che cucinando spesso con mamma, nonna e una zia si appassiona alla cucina.

Nella sua famiglia la domenica era tradizione preparare la pasta fresca: lasagne, gnocchi, ravioli, tagliatelle… 

Bastano uova, farina un pizzico di sale, un mattarello e il gioco è fatto.

Si sa che i bambini imparano velocemente per emulazione e quando sono attratti da qualcosa vorrebbero ripetere il gioco anche tutti i giorni; in più lei era veramente interessata a capirne di più di quell’arte, osservava attentamente le tre “maestre” e coglieva le differenze di tecniche e di dosi negli impasti.

Spesso la domenica si trascorreva dalla zia che ai tempi aveva un negozio sotto casa, che spesso era aperto anche alla domenica. La sua casa era un pò come un “albergo”, c’era sempre chi andava e veniva e la domenica a pranzo in particolare spesso si imbandivano lunghe tavolate. Nonostante la zia fosse impegnata con il negozio, il marito (lo zio) non perdeva occasione per invitare amici a pranzo.

“Aggiungi un posto a tavola” sarebbe potuto essere tranquillamente lo slogan di casa.

La zia alle 12.30 chiudeva il negozio sotto casa e alle 12.40 era alle prese con l’impasto per la pasta fresca. Appena si entrava in cucina si poteva subito sentire il profumo del sugo cotto diverse ore a fuoco lento, forse messo sul fuoco all’alba e spento prima di scendere in negozio, preparato con la conserva di pomodoro fatta in casa, con quel sapore tradizionale e genuino che non trovi neanche nelle migliori bottiglie di passata.

La zia aveva una particolaritá che lasciava sempre a bocca aperta la bambina, dopo pochissimo tempo che si era messa all’opera con una velocità che solo lei sapeva avere, la cucina era invasa da sfoglie di pasta fresca tirate a mano con il mattarello. Si, avete capito bene, tirate con il mattarello.

Intano la casa si era affollata di ospiti, e la zia aveva già dato un compito ad ogni essere femminile presente, a prescindere dall’età c’era da apparecchiare, tagliare il pane rigorosamente fatto in casa nel forno a legna, preparare ad impiattare gli antipasti e tutto il resto necessario per offrire un pranzo domenicale con i fiocchi.

La bambina non si schiodava dalla cucina, attendeva impaziente ed entusiasta che le venisse concesso di tagliare le sfoglie di pasta fresca che erano state infarinate ed arrotolate. Nessuno le poteva togliere il delicato compito, che si era conquistata, di tagliare a fettine il più possibile larghe uguali la pasta. Sapeva di dover essere precisa e veloce per non rallentare troppo i ritmi della cucina ed una volta terminato poteva aiutare la zia a srotolare i rotolini che tutta fiera del suo lavoro poteva vedere trasformarsi in lunghe tagliatelle.

In quell’istante iniziava a “suonare il campanellino di richiamo” per far accomodare tutti a tavola, da lì a breve si iniziava a mangiare mentre un paio di donne insieme alla zia si occupavano della pasta.

Ora se siete arrivati a leggere fino a qui, vi starete chiedendo perchè vi ho raccontato questa storia della mia infanzia e perchè vi ho parlato nel titolo di strategia…

… perchè da adulta, studiando diverse cose che mi hanno portato poi a diventare coach, ho potuto prendere consapevolezza che molte delle mie strategie arrivavano da quelle esperienze fatte da bambina, da tutte quelle attività in cui mettevo passione, curiosità, creatività, entusiasmo … etc.

Cosa ho imparato nello specifico in quelle domeniche dalla zia?

  • creare una strategia
  • la gestione dei tempi
  • il coordinamento
  • la delega
  • la super visione delle risorse
  • attenzione ai particolari
  • l’accoglienza

Ciascuno di noi, ha imparato tante cose da bambino e le ha trasformate in risorse e strategie. Talvolta semplicemente si ha difficoltà a riconoscerle come tali o ad applicarle in modo efficace nelle aree dove sono utili.

Bastano semplici ingredienti, come per la pasta: uova, farina un pizzico di sale, un mattarello e il gioco è fatto.

Le persone possono fingere di tornare bambini… rileggiamo una delle prime frasi

i bambini imparano velocemente quando….

  • ripetono il gioco anche tutti i giorni = creano nuove abitudini utili per l’obiettivo
  • hanno vero interesse = determinazione nel raggiungere il risultato
  • osservazione attenta = focus
  • colgono le differenze = attenzione a cosa è funzionale / efficace

Come applicare tutto ciò nella vita reale?

Per esempio: P. insegnante, si è rivolta a me perchè doveva preparasi ad un esame importante per partecipare ad un concorso e il tempo rimasto era solo 1 mese e 1/2. Si era resa conto che sprecava le ore di studio e soprattutto non era concentrata. Abbiamo prima di tutto estratto la sua metodologia di studio, quella che usava all’università, ricreandone le caratteristiche più importanti. Abbiamo analizzato il tempo a disposizione e pianificato lo studio. Creato delle abitudini funzionali, comprese delle pause per ricaricarsi. Abbiamo inoltre eliminato alcune attività non funzionali ed altre delegate.

Le ho insegnato diversi esercizi utili per trovare la massima concentrazione dividendo il tempo a disposizione in sessioni, tenendo in considerazione l’andamento del grado di attenzione (vedi grafico). Al termine ha dichiarato di aver migliorato del 200% il rendimento nel tempo dedicato allo studiato e anche non fosse stato reale del 200% ma una sua percezione significa comunque che si è impegnata nel giusto modo per ottenere il risultato desiderato e il focus. Al termine del percorso si sentiva serena di aver acquisito la capacità di arrivare all’esame con la giusta concentrazione e di aver fatto tutto ciò che poteva per essere preparata tenendo conto dei tempi e delle circostanze lavorative che la impegnavano.

Troverai qualche altro esempio nei prossimi articoli / post per non dilungarmi oltre…

Tu invece lo sai quali sono i tuoi ingredienti per creare semplici strategie?

Ti piacerebbe saperne qualcosa di più?

Scrivimi!